domenica 2 novembre 2014

Confessioni di una mente pericolosa



Lo ammetto. Fra qualche anno, quando parteciperò alle riunioni dei Foodblogger Anonimi tanto lo dovrò confessare comunque. Buongiorno a tutti, mi chiamo Zucchina e l’unica volta che ho panificato con il lievito madre è stato perché avevo quello secco in polvere. L’unica occasione in cui ho preparato i miei lieviti madre me li hanno miseramente abbrustoliti nel forno mettendo fine alle mie velleità panificatorie. Non ho mai tirato una sfoglia, non ho mai fatto gli gnocchi, non ho mai sfogliato i croissants. Non ho mai preparato composte né di frutta né di verdura. Sono un’accumulatrice seriale di “Preferiti” del motore di ricerca, intasando sia il cellulare sia il computer con ricette che il 70% delle volte non replicherò. La mia casa pullula di libri e libercoli di ricette di cucina, che spesso e volentieri fanno sfoggio di sé più come soprammobili che come fonte di ispirazione dei miei piatti. Seguo ogni cooking show e programma di cucina sulla faccia della terra, da Masterchef a Cuochi e fiamme, da Cucina con Giada a (inorridendo) Man vs Food. Compro spesso ingredienti a caso perché li ho letti nella ricetta X che passa inevitabilmente in secondo piano causa stanchezza e poco tempo per approfondire. Il che si traduce in un’altra serie di “preferiti” con trait d’union quello dell’ingrediente che mi guarda come un cucciolo di Labrador ogni volta che apro la dispensa.
La ricetta di oggi nasce così, proprio perché presa dall’euforia di un inizio autunno dai sentori estivi, mi crogiolavo nell’idea di insalatone in cui le foglie di lattuga erano solo un pretesto per infilarci tutto e il contrario di tutto: mele, cavolo cappuccio, cimette di broccolo, finocchi in un mix estate-inverno di colori ed antiossidanti. Poi però è arrivato il “fresco”, il raffreddore e la febbre e le insalate sono state scalzate nella mia personalissima classifica di gradimento da zuppe, verdure cotte, minestroni e forno acceso.
Con due melagrane che imploravano di trovare un posticino nel mio cuore e non solo nel portafrutta. Così gira che ti rigira vengo fulminata da un’idea. Marmellata home-made! Non sono amante delle marmellate in commercio, troppo dolci e stucchevoli, e non riesco a chiudere un occhio di fronte al tacito inganno del “senza zuccheri aggiunti” che poi rivela un’aggiunta di succo d’uva che, per carità, meglio dello zucchero bianco ma sempre un qualcosa in più è. E quindi sono poche le mie ricette a base di marmellate e di certo non sono una fan entusiasta delle fette biscottate e marmellata, o meglio, inizio con le migliori delle intenzioni ma a metà della seconda settimana già sono alla ricerca di un’altra ricetta per movimentare la mia colazione…
In sintesi, avendo poco tempo, poca voglia, poca materia prima e assolutamente nessun addensante tradizionale né la minima esperienza in campo marmellate ho tirato fuori questo modo originale e (poco) dolce per iniziare la mia giornata…
POMEGRANATE CHIA JAM
Ingredienti:
Arilli di due melagrane di medie dimensioni (circa 2 tazze)
2 cucchiai di sciroppo d’agave (giusto per dire che l’ho zuccherata!)
2 cucchiai di semi di chia
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
How to:
Ricetta di una banalità imbarazzante. Ricavare i semi della melagrana, frullarli con il minipimer in maniera grossolana, aggiungere lo sciroppo d’agave ed i semi di chi. Scaldare a fuoco basso fino a far bollire, mescolando spesso e schiacciando delicatamente gli arilli così da estrarne il succo ma lasciando comunque un minimo di croccantezza. J
Mettere i semi di chia, mescolare fino ad amalgamarli al resto del composto e rimettere sul fuoco, sempre a fiamma bassa e cuocere per 10-15 minuti. Aspettare che il tutto si addensi, mescolando spesso per evitare che la marmellata si attacchi sul fondo della pentola.
Una volta che la marmellata ha raggiunto la giusta consistenza aggiungere la vaniglia.
Si mantiene in frigorifero per una settimana/dieci giorni in un barattolino ben sigillato di quelli per marmellate e composte. Si potrebbe produrla in quantità maggiori e metterle sottovuoto ma, si sa, Zucchina non fa queste cose.
Qual è stato il destino della mia marmellata? Un paio delle mie ultime colazioni è stata questa...


…in forno c’è un’altra idea che, se supera il mio pressure test(!) potrebbe comparire qui sul blog.
Un abbraccio,
Zucchina
PS: Visto che ogni tanto anche io non pubblico post melodrammatici e riesco ad essere quasi simpatica? J

4 commenti:

  1. Tu sei sempre simpatica!!! è solo che, come per ogni comune mortale, ogni tanto c'è qualche paturnia in agguato e da superare!!! Stringi i pugni e vai!!! io tifo per te!! :-)
    L'aspetto gelatinoso di questa composta mi attira molto!! Sopratutto se questa caratteristica è data dai semi di chia che non ho ancora mai sperimentato!! Peccato aver spazzolato tutta la scorta delle melograne...ci provo il prossimo anno!!! ;-)

    RispondiElimina
  2. Fantastica!! Proprio ieri ho visto un documentario sull'Iran e facevano vedere la raccolta delle melegrane e le varie trasformazioni. Mi ha impressionato il fatto che per preparare una gelatina molto densa di melagrana venivano utilizzati tantissimi kg di chicchi... Zucchina tu sei sempre simpatica concordo con Mari è che abbiamo siamo fatti di sentimenti... :-) Forza!! Un bacione
    F*

    RispondiElimina
  3. Ho proprio un melagrano che mi aspetta e non sapevo cosa farne ... ne ho messi un po' di semi in insalata ma ero gia' stufa! Mi sembra una ottima idea! Brava, forza forza con ricettine nuove e allegre! :)

    RispondiElimina
  4. E' sparito il mio commento! Ero convinta di averlo lasciato! Allora mi tocca rifarti i complimenti per questa marmellata, visto che adoro i melograni in tutte le salse!!! :) Buona domenica, cara.

    RispondiElimina