sabato 22 febbraio 2014

Se il buongiorno si ve(r)de dal mattino...



Questo modo di dire per me rappresenta una sacrosanta verità. Sono una di quelle persone che quando parte male..beh parte male. Sono tra gli amanti del silenzio almeno nei primi 10  minuti da quando scende giù dal letto, quelli che guai a chi parla urla o strepita prima del caffè, guai a chi si mette fra me e la caffettiera o la teiera, questo in base al periodo, guai a chi mette fretta. Io sono quella che è disposta a rinunciare a qualche minuto tra le coperte pur di avere i suoi 15 minuti di calma assoluta per la colazione. L’ho già detto altrove ma lo ripeto…la colazione per me è sacra.
Ecco, ieri è stata una di quelle giornate in cui i pronostici erano sfavorevoli, è iniziata male e finita peggio. Non sono bastati i 15 minuti di colazione con calma ed in silenzio come piace a me a salvaguardarmi da una giornata NO.
Al lavoro è emerso quello che avevo fatto finta di dimenticare, un po’ come quando nei cartoni si nasconde la polvere sotto il tappeto. Le cose cambiano poco, non si vede ma lo sporco rimane lo stesso. Anche questa volta, proprio mentre qualcosa stava andando bene, quando quasi pensavo di saper gestire meglio la mia insicurezza, il mio essere introversa e tutto il corollario di difetti che non manco mai di ricordarmi, i fatti mi hanno dato torto e ho avuto la prova della mia inadeguatezza e dei miei tanti limiti.
Non mi va di scendere nei dettagli perché mi dilungherei sempre troppo, sempre la stessa lagna, diciamo solo che ho dimostrato solo che il mio datore di lavoro ha preso un abbaglio nel prendermi lì, che non sono brava in niente e che ho tantissimi limiti.
Provo a fare finta che le cose vadano meglio, di mio mi impegno a non pensare a tutti quegli schemi mentali, quelle convinzioni che mi perseguitano e che razionalmente condanno, ma alla fine c’è sempre qualcosa che mi fa pensare ancora una volta al mio essere sbagliata. Ovunque e sempre.

Vi lascio la ricetta di questo dolcetto preparato qualche tempo fa, è una torta sofficissima e delicata che ho voluto provare dopo averla vista da Francy. Colpa delle foto come sempre stupende e del nome strano perché, si sa, se son normali non mi piacciono, le dosi sono le stesse. Io ho aggiunto solamente una bustina di thé verde e una mela Granny. Una fetta di questo dolce sarebbe stata perfetta in una giornata come quella di ieri. Avrebbe reso tutto un po’ più dolce.

Tortina al verde col metodo Tang Zhong (senza uova)
Ingredienti per una tortiera di 18 cm

98 gr di farina 00
98 gr di fecola di patate
150 gr di yogurt bianco
115 gr di zucchero
12 gr malto di riso
50 gr di olio di semi
50 gr di roux*
10 gr di lievito
1 gr di sale
1 bustina di thé verde
1 mela Granny Smith 
*per il roux
8 gr di farina 00
80 gr di latte di riso

Procedimento
Per prima cosa il roux: in un pentolino mescolare accuratamente la farina con il latte, evitando di formare grumi. Portare il padellino su fuoco basso e scaldare a fuoco dolce, mescolando, fino ad avere, come spiega bene Francy, un composto leggermente gelatinoso. Spegnere e trasferire in una scodella, lasciando raffreddare a temperatura ambiente.


mercoledì 12 febbraio 2014

Bento Box per Salutiamoci: Radicchio superstar :)

La mia latitanza è giustificata, non ho gettato la spugna, insicurezza a parte! Il motivo per cui la mia ultima ricetta risale a secoli fa è lontana anni luce da mancanza di voglia o inventiva bensì un lavoro!
Ebbene sì, la Zucchina qui presente si è avventata su un lavoretto che la terrà impegnata per i prossimi tre mesi. Con i tempi che corrono, tre mesi sono una fortuna, per di più non è da tutti trovare un impiego nel campo per cui si è studiato e a tre mesi dalla laurea.
Il sapere che la cosa è precaria però mi porta a non godere fino in fondo questo piccolo successo, vivo la situazione con atteggiamento ambivalente: felice sì ma con la sensazione di essere uno yogurt...con la scadenza a breve termine. Come sempre emerge il mio difetto di non riuscire a vivere appieno il presente, troppo impegnata a rimpiangere o a criticare il passato (dipende dal mood del momento) o peggio ancora tutta presa a immaginare un futuro che in fondo ho paura di affrontare e costruire. Presente, passato, futuro, questo discorso è tutto qui, sembra di tornare alle elementari quando ti insegnavano le coniugazioni e i tempi verbali, solo che nella vita reale la grammatica non te la spiega nessuno. E in alcune situazioni ti sembra di essere il tipico turista che cerca con pessimi risultati di farsi capire dalle persone del posto, immagine suggestiva che noi italiani incarniamo in pieno XD!
Unica nota negativa è il non avere tanto tempo da dedicare alla cucina, condizione che mi dispiace non poco perché vorrei preparare mille cose, sperimentare con nuovi ingredienti e scopiazzare le vostre ricette – che per inciso sono gustosissime! Spero di riuscire ad organizzarmi meglio nelle prossime settimane e valorizzare il tempo che ho a disposizione, cercando di non essere di intralcio in cucina alla cuoca ufficiale della casa, alias la mamma.
La ricetta con cui tornare alla carica non poteva non avere come protagonista lui, Messer Radicchio. Ci tengo particolarmente a partecipare a Salutiamoci perchè questo mese la padrona di casa è la meravigliosa Lucrezia! Perciò beccatevi questo! 



Ingredienti
Bento Box dell'apprendista:
per le Polpette di soia al radicchio e semi di papavero:
soia gialla già cotta: 150 g
radicchio rosso lungo: 3 foglie
olio evo: un cucchiaio
semi di papaver bioo: un cucchiaio
farina di ceci bio: qb
per il Radicchio al vino:
radicchio lungo: un cespo medio
cipolla rossa: un quarto
olio evo
pepe
vino bianco: 10 ml circa (poco eh, mica posso star brilla sul luogo di lavoro!)
How to:
Ho pulito il cespo di radicchio, l'ho sbollentato per 2 minuti in acqua bollente. L'ho scolato e strizzato. Mentre intiepidiva un po', ho tritato la cipolla, l'ho lasciata rosolare in una pentola con un goccino di olio per 1 minuto. Ho ripreso il radicchio, l'ho tagliato a striscioline, mettendo da parte tre foglie. L'ho messo nella padella e lasciato andare per un paio di minuti. Ho bagnato con il vino, messo una puntina-ina di malto di riso e ho coperto, lasciando cuocere il tutto per 10 minuti, ho pepato e lasciato raffreddare per poterlo mettere nel mio contenitore.
Per non stare con le mani in mano ho schiacciato con una forchetta la soia gialla (era già cotta, semplicemente in brodo, nulla di trascendentale!), ho unito semi di papavero e olio. Ho tagliato a pezzetti quanto più piccoli possibile il radicchio che avevo messo da parte e l'ho unito all'impasto. Ho aggiunto pochissima farina di ceci, giusto per ottenere un impasto “da polpetta”. Ho lasciato le polpette da parte per una ventina di minuti (consiglio però di farlo compattare per un po' di più se riuscite). Ho scaldato una padella antiaderente e ho cotto le polpette per 15 minuti circa, girandole con moooooooooolta attenzione a metà cottura.
Anche queste le ho infilate in un contenitore e gustate oggi durante la mia stringatissima pausa pranzo. Olè!
Vi saluto di corsa
Zucchina

 Salutiamoci di febbraio da me col radicchio!

sabato 1 febbraio 2014

Kiss Kiss...Modern girl! Ossia Baci di Dama moderna!



Non mi sono dimenticata del blog, sia chiaro! questa settimana è stata assurda, sempre in giro a portare curriculum e fare commissioni. Ho una stanchezza addosso inimmaginabile e la casa non si pulisce da sola! Detto questo…i giri non sono andati a vuoto completamente perché forse qualcosa si sta mettendo in moto, un progettino seppur a breve termine si profila all’orizzonte anche se è ancora troppo presto per parlarne. Un po’ per scaramanzia, un po’ perché effettivamente è ancora tutto in divenire, un po’ perché ho la mia solita paura che a parlarne anche solo sottovoce ciò che di bello ho nella mia vita svanisca tutto di un colpo. Staremo a vedere.
Vista la mia settimana molto tumultuosa tipica della vita frenetica dei giorni nostri vi lascio una ricetta veloce e strabuona (almeno secondo me!).
Non sono la tipa da biscotti ad essere sincera, sarà che nel prepararli non ho il brivido della lievitazione e l’emozione di vedere l’impasto che vien su come un funghetto alla luce tenue del forno…e se proprio devo dirla tutta non impazzisco per i biscotti anche per la questione delle quantità. Meglio una fetta di ciambelline piuttosto che la paura del non riuscire a fermarsi dopo un paio. Ma questa è un’altra storia. E se proprio vogliamo dirla tutta, gli originali nella ricetta non veg non mi piacciono nemmeno. Quindi vi lascio intuire con che sospetto guardavo questi sassolini pallidi cuocere in forno, con che diffidenza li accoppiavo a due a due, sigillandoli con una cremina che ho preparato in estemporanea pescando un po’ a naso nella dispensa. Però solo gli stupidi non cambiano idea e davvero mi sono dovuta ricredere davanti al fatto che per una volta sono stata ben contenta di addentarne uno dopo l’altro!
Dopo questa presentazione che non avrà fatto altro che confondervi, vi svelo che ricetta ho rielaborato in chiave moderna…rullo di tamburi…signore e signori, i baci di dama.
La chiave moderna è data dalla totale assenza di ingredienti (per lo meno manifesti) di origine animale, dalla rapidità e dalla semplicità con cui si preparano e dalla farcia. Dato che siamo donne moderne e abbiamo bisogno di un po’ di carica, al solo cioccolato ho aggiunto un po’ di sprint con il caffè solubile e dato che la parità di sessi ha aperto molte porte comprese quello del mobiletto degli alcolici (:P) ho pensato bene che un goccino di rhum non guastava.
Questi baci li dedico a tutte le donne, piccole grandi eroine del Duemila(14), fragili ed al tempo stesso forti come una roccia, sempre di corsa ma sempre pronte a soffermarsi per notare quel dettaglio che fa la differenza, complicate ma così speciali. Donne pronte a divorare il mondo, donne che sono fiere di quello che sono e di quello che fanno, donne come spero di potermi sentire presto anch’io.

Ingredienti per 13 baci (ne verranno di più o di meno in base alla grandezza)
-per il biscotto (26 metà)
100 g farina di mandorle
100 g di zucchero di canna
100 g di farina 0
70 g di olio di semi
- per il caramello al ciocco-caffè:
3 cucchiai di zucchero
2 cucchiaini di acqua
(mescolare e scaldare)
1.5-2 cucchiai di latte di riso o altro latte vegetale
2 cucchiaini di maizena
2 cucchiaini di caffè solubile
2 cucchiaini di rhum

How to:
Frullare la farina di mandorle con lo zucchero fino ad ottenere una polvere. Mettere il composto in una ciotola in cui aggiungere la farina e l'olio. Impastare con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo, quindi, prendere un po' di composto con le mani un po’ inumidite e formare delle palline. Adagiarle su una placca da forno o una teglia coperta da carta forno, avendo cura di schiacciare le palline da un lato. Infornare a 190° circa per 15/20 minuti o fino a che saranno leggermente dorati. Mettere da parte e far raffreddare.
Per la crema: In un pentolino, mescolare zucchero ed acqua, scaldarli a fuoco medio fino a che non si crei uno sciroppo che poi si scurirà…non so come spiegarlo meglio, comunque è un semplice caramello che non vi ruberà più di 5 minuti!
Nel frattempo unire in un altro pentolino tutti gli altri ingredienti e scaldare a fuoco medio. Non appena il composto inizia ad addensare, aggiungere lentamente il caramello e mescolare fino ad ottenere una consistenza cremosa. Togliere dal fuoco quando tutto avrà raggiunto una certa omogeneità.
A questo punto basterà assemblare il bacio, spalmando un pochino di caramello fra due biscottini.
A me è avanzata un po’ di crema perché ho aggiunto ancora un po’ di latte per paura che mi bruciasse tutto sul fuoco! 
Spolverare con un po' di cacao amaro o di zucchero.


Alla prossima,
Zucchina