lunedì 20 gennaio 2014

Giorni no e riflessioni.


Ci sono giorni che non dovrebbero iniziare, giorni in cui mi sembra che avrei fatto meglio a rimanere a letto e ricominciare direttamente il mattino dopo per la serie “Ritenta, sarai più fortunato”. Da un paio di settimane a questa parte, giorni del genere si ripetono uno dietro l’altro.
 Il post che avevo in mente con tanto di ricetta lo metto un attimo da parte, il blog è mio, lo gestisco io e se sento il bisogno di sfogarmi in questo spazio tutto mio…beh lo faccio.
Ho paura. Paura che questa condizione possa sopraffarmi a tal punto da essere permanente. Paura di dovermi arrendere all’idea che le cose non cambieranno. Paura di dovermi sentire sempre così e di dover continuare per tutta la vita a vivere a metà. Bella roba.
Il fulcro del problema è il non vedersi mai con occhio benevolo, io eterna boia di me stessa, io che non mi sono mai piaciuta, non riesco a vedere mai nulla di buono in quello che faccio ed in quello che sono. Paradossalmente disposta ad offrire il beneficio del dubbio agli altri, mai a me, pronta a scorgere il minimo di buono in altri, sottolineo con un evidenziatore fluorescente i miei difetti, le mie mancanze, il mio essere meno. Se prima questo era un sentimento latente, ora mi condiziona non poco, dal momento che il non credere di essere abbastanza mi fa pensare che riscattarmi, vincere finalmente, uscire da questa cosa a testa alta sia un qualcosa per cui non valga la pena lottare. Qui in ballo non c’è un voto di un esame, lo sguardo di un ragazzo, un mutuo o una macchina nuova ragazzi, qua c’è in ballo una vita. Una  vita che aspetta di essere vissuta, una vita che aspetta di essere chiamata a gran voce, una vita che vorrebbe essere scritta a caratteri maiuscoli e invece no, la lascio al di là della barricata. Troppo incerta per sfondarla da sola, troppo testarda per chiedere rinforzi, troppo …codarda per andarmela a prendere davvero?
Da troppo tempo ormai sono prigioniera di questa atonia che quasi la sento parte di me, come se debba essere per forza così. Sono stata cattiva e questa è la mia punizione? Le ho provate tutte in passato, sono quattro anni che provo eppure Lei è ancora qui, spesso sono stata sul punto di svincolarmi e proprio mentre pensavamo (e qui parlo al plurale non per superbia ma per riferirmi anche a chi mi è o mi è stato vicino) di avercela fatta, Lei mi ha ripreso al volo. Uscire si può, uscire si deve…ma come?
 Zucchina

4 commenti:

  1. Cara Zucchina, sappiamo bene chi sia il giudice più severo ed implacabile di noi stessi.. Quanto sia scontata e banale ogni singola cosa che facciamo e quanto grandioso sia tutto ciò che fanno gli altri. Quanto ogni nostro risultato scompaia di fronte al minimo fallimento e quanto sia facile vedere tutto nero alla prima difficoltà. Non siamo mai abbastanza, non facciamo mai abbastanza.. Ma c'è troppo in ballo e bisogna lottare. Imporsi di vedere davvero quello che c'è di buono (Vogliamo parlare della tua laurea con 110 e lode?! Dell'essere stata 3 anni fuori casa con la libertà che avevi? e poi non ti conosco!), essere soddisfatti ed orgogliosi di ogni più piccolo passo avanti, pensare che le cose cambieranno, miglioreranno, si risolveranno. La paura è normale, è tipico dell'essere umano avere paura. Come lo è l'avere dei bisogni, delle debolezze, dei momenti no.. Tu hai tutto il diritto di essere felice, di sentirti in pace con te stessa e con gli altri. Se spesso sei stata sul punto di.. vuol dire che puoi farcela. Ti manca solo di spiccare l'ultimo balzo: devi credere che senza di Lei puoi vivere, che non ne hai bisogno, che non ti definisce. Perchè spesso non se ne va perchè non si vuole lasciarLa andare, perchè non si sa come farne a meno. Non avere paura, ma coraggio!

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  2. Ho cercato la tua email, mi sarebbe piaciuto scriverti in pvt.. ma non l'ho trovata!

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  3. Ciao Bianca, posso solo dirti GRAZIE. Sono giornate un po' "così" e leggere le tue parole mi ha dato un pochino di coraggio. Sfondi una porta aperta. Non c'è 30 ad un esame che tenga, non c'è lode, obiettivo raggiunto o azione positiva che regga di fronte ad un occhio critico come me. Guardo il mondo con un occhiale con una gradazione che ingigantisce i miei difetti e minimizza quelli altrui e quanto di buono potrei aver fatto. Se uno mi chiede di parlare di me, riesco a dire solo "mai abbastanza". Ed è sempre stato così, prima lo nascondevo meglio..ora beh..
    Come ho scritto, è proprio questo che mi tiene ancora legata. E penso che tu abbia ragione, certe volte "Lei" è una scusa per continuare a vivere con il freno a mano tirato. Brutto, ma l'unico modo in cui sembra di poter stare in questo mondo. Auguro anche a te di trovare tanto coraggio per affrontare le avversità che la vita ti pone davanti, non ti conosco ma penso che tu sia una persona dotata di una sensibilità speciale. Un abbraccio forte

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  4. Si puo' uscirne, chiedendo aiuto, ma prima di tutto volendolo davvero. Iniziare senza aspettare. Subito. Dal giorno dopo. Pensando che altre persone pensano "esattamente le stesse cose", e ce la fanno. Quindi perche' non dovresti tu?

    E poi sorridendo, perche' il peggio e' passato. :)

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